Oggi incontriamo Emanuela Carollo, segretaria del consultorio Boifava.
Da quanto lavori in consultorio, Emanuela?
Dal 2011, quando ancora non era stata costituita Fondazione Guzzetti. Ho iniziato il mio percorso quasi in contemporanea con Michele Rabaiotti, l’attuale direttore di Fondazione Guzzetti, che allora era stato nominato direttore proprio del consultorio Boifava. Quando Michele se ne è andato, per gestire la direzione generale della Fondazione, non è stato facile per me, ma in consultorio abbiamo trovato un equilibrio velocemente.
Di che cosa ti occupi concretamente?
Sono segretaria, quindi accolgo le persone, prendo appuntamenti al telefono, redigo le nuove schede degli utenti, ma mi occupo anche del lato amministrativo, con la contabilità e il conteggio ore degli operatori e delle operatrici.
Perché scegli di continuare a lavorare in consultorio dopo tutti questi anni?
Io vengo al lavoro volentieri e con entusiasmo.
Emanuela Carollo, alla sua postazione in consultorio
E non è affatto scontato….
Mi trovo proprio bene. Il clima è molto familiare. Nei momenti più importanti della mia vita, dal lutto dei miei genitori al mio matrimonio, tutti gli operatori e le operatrici erano presenti. Del resto, sono le persone che fanno un luogo. E poi mi piace molto stare a contatto con la gente. Il consultorio è più utile oggi che mai.
Perché?
Innanzitutto è ancora poco conosciuto. Molti vengono ancora da noi per la prima volta, dicendo: non sapevo dell’esistenza del consultorio. E poi perché, nonostante questo, gli utenti non mancano, anzi. Sarebbe bello avere un budget più alto, per rispondere a tutti i bisogni della gente.
Come è cambiata l’utenza negli ultimi anni?
Dopo la pandemia sono comparsi tantissimi ragazzi e giovani adulti che prima non venivano in consultorio. Anche per loro sarebbe giusto poter gestire tutte le richieste d’aiuto, senza essere costretti a scegliere su un budget troppo ristretto. Dobbiamo lavorare su questa linea.