Iniziata l’estate, molti genitori si ritrovano a dover fare i conti con i figli ancora una volta in casa.
I centri estivi sono molto limitati e le possibilità di svago notevolmente ridotte rispetto al passato.
Incontriamo Ilaria Nascente, pedagogista operatrice nel consultorio Boifava, all’interno di Fondazione Guzzetti, per capire insieme a lei come aiutare i bambini dai 6 ai 10 anni nelle prossime settimane estive.
Quali sono state le conseguenze del Coronavirus nei bambini dai 6 ai 10 anni?
Facendo le dovute distinzioni rispetto alle condizioni familiari in cui si è inserita l’emergenza sanitaria, condizioni che hanno poi determinato situazioni di crisi di diversa entità e rispetto alle diverse condizioni di salute in cui si sono trovate le famiglie, possiamo senza dubbio dire che il periodo del lockdown è stato un momento difficile per i bambini.
Hanno assistito a uno stravolgimento di importanti sicurezze, dalle semplici abitudini alla mancanza di contatto con alcuni dei loro più importanti punti di riferimento (insegnanti, nonni, compagni), dalla percezione di ansia che hanno avvertito intorno a loro, fino ai mutati spazi di relazione con i genitori, impegnati nello smartworking o diventati all’improvviso loro insegnanti con la didattica a distanza.
Molti genitori hanno riportato di aver assistito a cambiamenti di umore, irritabilità, ritorno di paure legate a fasi precedenti di vita, difficoltà nel dormire, regressioni rispetto ad alcune autonomie già acquisite.
Nell’affrontare il periodo estivo e la condizione di maggiore libertà in cui ci troviamo dobbiamo quindi tenere a mente quanto abbiamo vissuto negli scorsi mesi e affrontare questa nuova fase con pazienza ed accettazione verso i vissuti dei bambini e i nostri di adulti.
Com’è possibile gestire il tempo estivo?
Il periodo estivo è sempre stata un’occasione importante di gioco e di contatto con la natura soprattutto per i bambini che vivono in città. Quest’anno, dopo i lunghi mesi passati in casa, diventa un tempo necessario per uscire, nonostante lo si debba fare rispettando le misure di sicurezza.
I bambini hanno estremo bisogno di muoversi, di apprendere attraverso il corpo.
Sicuramente questo richiede uno sforzo ulteriore di organizzazione, vista anche la necessità di non trasmettere loro l’ansia del controllo di ogni movimento.
Prima di uscire, per esempio, si possono ricordare ai bambini le regole sanitarie principali imparate in questa emergenza e si può pensare insieme a loro alle attività più adatte per stare fuori, in modo che si divertano e nello stesso tempo si sentano tranquilli.
Altra dimensione da considerare è quella della socializzazione, che tanto è mancata ai bambini nei mesi di chiusura delle scuole.
Non è semplice quest’estate, viste le difficoltà organizzative affrontate dai servizi ricreativi, ma sarebbe importante sfruttare le opportunità messe a disposizione dai diversi centri estivi che consentono ai bambini di ritrovarsi in piccolo gruppo e godere dello stare con i pari.
In che modo prepararli alla ripresa a settembre? Anticipare loro di una possibile seconda ondata?
Come possiamo descrivere loro qualcosa che non conosciamo?
Rischieremmo di investirli delle nostre paure o al contrario di negare le difficoltà a cui potremmo andare incontro.
Occorre rassicurarli sul fatto che ora conosciamo un po’ di più questo virus, sappiamo come comportarci per prevenirlo il più possibile e che useremo sempre le nostre capacità e la nostra creatività per affrontare ogni situazione.
Sarà poi importante a settembre, una volta avute informazioni più chiare, spiegare in modo concreto le nuove regole che ci saranno a scuola, in modo che possano comprenderle e di conseguenza sentirsi più liberi nello stare in classe.
Quali sono gli ambiti di vita quotidiana che possono aiutare i bambini a ritrovare il loro equilibrio?
Oltre al fatto di organizzare momenti di svago per la famiglia dopo questi mesi così duri per tutti, a casa è sempre utile mantenere una certa routine nella giornata e lasciare momenti in cui possano scegliere liberamente cosa fare, assicurandosi che non li utilizzino per stare sempre davanti a uno schermo, come è successo spesso nel periodo del lockdown.
Altro elemento fondamentale è “prestare orecchie”.
Tutte le difficoltà, le paure, le irritazioni possono essere affrontate a condizione che si possano esprimere.
Accompagnarli nella crescita vuol dire anche ascoltare le loro emozioni e dare loro la sicurezza che ci sarà sempre qualcuno pronto ad accoglierle e a pensare insieme a loro a un modo, anche semplice e pratico, per stare meglio.