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Intervista a Roberta Pasin – Il consultorio è un gioiello a cui sono affezionata

Area Sanitaria - Fondazione Guzzetti Milano

Oggi vi presentiamo Roberta Pasin, ginecologa presso il consultorio Kolbe, che lavora soprattutto con Gloria Margherita Roberti, ostetrica, e Corinne Martina, assistente sanitaria.
“Loro sono il mio sostegno in ambulatorio, la loro presenza e la loro collaborazione è essenziale per creare l’atmosfera rilassata che permette di vivere con serenità una visita che per molte pazienti è un po’ ostica. Questa è la forza del Consultorio Familiare: il lavoro di squadra in un’atmosfera accogliente”.
Partiamo dagli inizi, Roberta. Come decidi di fare medicina?
Questa è una vicenda che ho appena “ripassato”: mia figlia mi ha da poco intervistato per un tema e con lei ho ripercorso le scelte scolastiche, dal liceo all’università… Fino al giorno prima dell’iscrizione ero indecisa tra medicina e matematica. La passione e l’interesse per il corpo umano hanno avuto la meglio sui numeri e sulle aride formule; inoltre, avevo chiaro di volermi occupare delle persone, desideravo una professione in cui la relazione con il prossimo fosse il fulcro dell’attività. A distanza di molti anni, sono molto contenta di aver scelto di essere medico.
C’è qualcuno che ha influenzato questa tua decisione?
Ripensandoci, sì. Un caro amico di famiglia con cui trascorrevamo le vacanze durante la mia infanzia e adolescenza era ginecologo. Forse i suoi racconti della sala parto e dell’ambulatorio mi hanno segnata. L’avrei ascoltato per ore, le sue storie, che poi erano stralci di vita delle sue pazienti, mi emozionavano molto e ricordo quando, da studentessa di medicina, mi portò per la prima volta in ospedale con lui per accompagnarlo nelle 12 ore di guardia. Vedere le donne così fragili e allo stesso tempo così forti affrontare momenti di gioia estrema o di dolore vivissimo in sala parto mi ha probabilmente indirizzato verso questa magnifica specialità che è la ginecologia.
Dopo la laurea, quindi, scegli ginecologia come specialità…
Esatto. Mi laureo nel 2003 e mi specializzo nel 2009. Nel frattempo, nasce il mio primo figlio. Lavoro presso la Clinica Mangiagalli, dove imparo non solo la patologia, ma anche tanta fisiologia. Imparo che il mio campo permette di agire molto sulla prevenzione e sull’educazione sessuale e affettiva. In quegli anni scopro una parte importante del nostro ruolo di personale sanitario: lavoro nelle scuole, accompagno psicologhe e psicopedagogiste nei progetti di affettività e sessualità con gli studenti.


Roberta Pasin

Ti piaceva?
Sì, tantissimo. Credo che andare nelle scuole sia un ottimo modo per confrontarsi con la società e formare persone consapevoli e responsabili. Incuriosire, sensibilizzare, diventare punti di riferimento sicuri e anche ridere e sdrammatizzare, sciogliere le paure e le insicurezze dei ragazzi credo sia fondamentale. Vedo quegli incontri nelle scuole come un’apertura al dialogo, i ragazzi devono capire che si può parlare anche di argomenti imbarazzanti con serenità, l’importante è trovare il giusto interlocutore. Spesso è proprio il consultorio il luogo che accoglie le richieste dei ragazzi anche molto giovani in autonomia.
Dopo la Clinica Mangiagalli, dove sei andata?
In ospedale a Melzo. Ma nel frattempo nasce la mia seconda figlia. E la vita ospedaliera diventa troppo complicata per l’organizzazione familiare. Così mi dedico all’attività ambulatoriale e comincio a lavorare in ICCS (Istituto Clinico Città Studi) in particolare in ambito di fertilità, presso il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita.
Come conosci quindi Fondazione Guzzetti?
In realtà ho visto nascere e crescere Fondazione Guzzetti! Prima lavorando nelle scuole e poi anche in ambulatorio ho conosciuto l’attività del Consultorio Kolbe, che dal 2014 è ufficialmente unito ad altri consultori nella Fondazione. Nella mia agenda ho sempre tenuto uno spazio da dedicare al Kolbe, anche perché sono cresciuta nell’oratorio che ospita i locali del consultorio. Sono i miei luoghi del cuore da sempre. E’ una realtà che rende un servizio di qualità e completo. Le pazienti hanno un rapporto continuativo con me, sono accolte e accompagnate nelle diverse fasi della loro vita. Alcune le ho conosciute ragazzine e ora sono donne pienamente mature, mi raccontano dei loro figli che ho visto come embrioni nelle prime ecografie ostetriche e iniziano a portarmi in ambulatorio le loro figlie che ho visto nascere…
Che cosa ti piace del lavoro in consultorio?
Sicuramente il lavoro in equipe, come dicevo all’inizio. Poter collaborare con ostetriche, assistenti sanitarie è impagabile. Confrontarmi con colleghi e colleghe, anche di altri ambiti professionali, come assistenti sociali, psicologhe, pedagogiste è davvero un valore aggiunto. Questo non è possibile in altri ambulatori.
Eppure, non sono tanti i ginecologi o le ginecologhe che vogliono lavorare in consultorio… Come te lo spieghi?
Non credo, sai. I miei colleghi scappano piuttosto dall’ambiente ospedaliero, perché pur essendo gratificante, sottopone a uno stress e a ritmi lavorativi eccessivi, spesso incompatibili con l’organizzazione di una famiglia. Certamente frutta molto di più lavorare nei centri privati, dove però manca tutta la parte di condivisione con altri professionisti, manca il lavoro di equipe e la possibilità di seguire la paziente a 360°. Inoltre, in consultorio ultimamente abbiamo anche macchinari molto più funzionali. In Kolbe abbiamo rinnovato l’ecografo, sicuramente uno sforzo economico della struttura, che però permette a noi operatori di offrire un servizio di alta qualità.
Come sono cambiate le donne in questi anni?
Sono molto più informate. Il medico non è più l’oracolo di una volta. La paziente arriva con la sua diagnosi e spesso cerca solo una conferma di ciò che pensa già. Ma quando riconoscono nel medico una figura professionale, si fidano e si affidano.
Che tipo di pazienti incontri abitualmente?
In ICCS incontro donne molto affaticate che voglio condividere il fardello del mancato concepimento. Con loro è indispensabile un approccio multiprofessionale, con il supporto psicologico, per tenere insieme la fisiologia del corpo con la parte emotiva.
In consultorio invece ti occupi delle donne in gravidanza?
Sì, seguo anche le gravidanze, tuttavia direi che circa l’80% delle visite in consultorio sono ginecologiche (controlli periodici o disturbi nelle diverse fasi della vita, dall’adolescenza alla post-menopausa). Le pazienti ostetriche definite come BRO (gravidanze a Basso Rischio Ostetrico) possono scegliere di essere seguite dalle ostetriche in autonomia, con sempre la possibilità di confronto con il medico. Anche per le pazienti gravide emerge quindi chiaramente il vantaggio dell’essere seguiti in consultorio, dove medico, ostetrica, psicologa, assistente sociale intervengono ove necessario per supportare la donna e l’intera famiglia che si assiste. Occasionalmente intervengo nei gruppi di accompagnamento alla nascita per affrontare il temuto argomento del travaglio e del parto e, da utente alla nascita dei miei figli, ricordo con estrema tenerezza i gruppi per il massaggio infantile e anche per l’accompagnamento alla pubertà (“Come un fiore che sboccia”).
Quali sfide ha davanti Fondazione Guzzetti, dal tuo punto di vista?
Credo sia quella si assorbire il più possibile gli aspetti burocratici e amministrativi che spesso sovraccaricano gli operatori e le operatrici. Se poi dovessi condividere il mondo ideale che ho in mente, sogno la possibilità di fare ambulatori “in parallelo” e aprire anche spazi andrologici.
In che senso?
Le stesse pazienti che visito io possono prendersi un po’ di tempo dopo l’incontro con me per parlare con l’ostetrica o la psicologa, per affrontare problematiche emerse durante la visita, ma che io non posso “sviscerare” per problemi di tempo o perché necessitano di competenze specifiche. Quello che ho notato è che se negli ambulatori spesso i pazienti cambiano il medico di riferimento o la struttura, le donne che scoprono la piccola grande realtà del Consultorio Kolbe se ne affezionano e non lo lasciano più. Un piccolo gioiello a cui io sono sinceramente molto affezionata!