L’emergenza sanitaria ha proposto una radicale modifica delle modalità di frequentazione dei nonni con i propri figli e dei nonni con i nipoti: l’impatto affettivo e relazionale ha avuto ricadute su tutti i membri della famiglia allargata.
DAL PRIMO LOCKDOWN A NATALE – STRATEGIE PER DIRSI “TI VOGLIO BENE”
Inizialmente, nei primi mesi dell’emergenza sanitaria, sono prevalsi smarrimento e senso di vuoto, causati dall’imposizione della distanza fisica per non contagiare i nostri cari più anziani o affetti da serie patologie.
Successivamente le famiglie si sono riorganizzate per mantenere vivo e forte il legame nonni e nipoti, adottando modalità semplici ma significative, che hanno ridisegnato e ribadito l’affetto profondo. Ne cito alcune a titolo esemplificativo: i nipoti, che vivevano con i propri nonni in casa, hanno fortemente limitato i loro contatti sociali in via preventiva proprio quando era finito il primo lockdown. Altre esperienze familiari, non godendo di questa vicinanza, hanno potenziato i contatti nonni-nipoti sfruttando, in un primo tempo, la tecnologia, successivamente con una frequentazione in presenza, in spazi aperti o in spazi chiusi ma ben arieggiati. Non sono mancati reciproci doni, realizzati in casa e poi consegnati sulla porta, per regalarsi uno sguardo di reciproco interesse, così come saluti fatti dalle finestre o dai balconi per dirsi con semplicità ma autentico vigore: non possiamo stare in contatto fisico, ma ci ribadiamo con-tatto il nostro profondo legame affettivo.
COME RIAPRIRE I CANALI COMUNICATIVI
Nella fatica e nella distanza di questa emergenza sanitaria è fondamentale tornare a riflettere sull’importanza che hanno le relazioni familiari e come queste abbiano bisogno di nutrirsi di sguardi, parole, tempo dedicato, gesti di premura, scambio di doni. In questo senso faccio proprio fatica a pensare un’interruzione drastica e totale di questi scambi e dove questo si fosse verificato credo sia importante riaprire i canali comunicativi e recuperare questa brutta parentesi, questa grave sospensione.
UN ESERCIZIO DI VISUALIZZAZIONE
Spesso nel mio lavoro, che è in gran parte dedicato alla cura delle relazioni, mi piace aiutare le persone a visualizzare i propri legami e a capirne l’importanza.
Cari lettori, che ora mi leggete, desidero proporvi una semplice visualizzazione: la faccio fare spesso nei percorsi educativi che rivolgo ai bambini che incontro e talvolta anche alle persone adulte in specifici corsi di formazione.
Per realizzare la rappresentazione chiamo un bambino, che volontariamente nel gruppo si presta all’esercitazione, e gli dico di immaginare di avere nella mano dei fili bellissimi e colorati, fili molto potenti e quindi capaci di raggiungere tutte le persone che gli stanno a cuore.
Poi mi fermo, attendendo la sua attenzione e gli chiedo: “Li vedi nella tua mano?”.
Con un pizzico di incertezza risponde di sì.
Allora gli dico: “Prendi un filo colorato e dimmi di che colore è”.
Il bambino prende coraggio, dando spazio alla sua fantasia e immaginazione, e prontamente risponde: “Giallo!”.
“Bellissimo!” esclamo io e continuo: “Questo filo giallo ha il potere di raggiungere in questo momento una persona che ti sta a cuore, che sta proprio qui nel tuo cuore” e poso la mia mano sul suo petto.
Così giochiamo e ci prendiamo gusto, finché il bambino ha nominato le persone che appartengono alla sua rete familiare e amicale. Nella mia esperienza ho sentito citare certamente i genitori, i nonni, qualche fratello (questo dipende dalla qualità dei loro litigi!), gli amici, altri parenti e la maestra.
IL GIOCO DEI FILI CHE ARRIVANO FINO AL CIELO
Quel che mi ha sempre colpito è che i bambini, nel fare il gioco, capivano sempre meglio che i fili, dato che erano molto potenti, potevano superare spazio e tempo per raggiungere persone che non erano presenti nella stanza e si trovavano in quel momento distanti, magari anche molto lontani, addirittura in altre città o in altri Paesi nel mondo. Questo capitava spesso in riferimento ai nonni magari originari di altre regioni e amici che non abitavano più a Milano perché si erano trasferiti altrove.
In alcune situazioni, ma non rare, il bambino si fermava un attimo a pensare, poi chiedeva il mio consenso a far partire un filo coloratissimo e straordinario per raggiungere in Cielo un nonno che era morto mesi o anni prima. Sono grata a questi bambini perché in modo spontaneo ci hanno confermato quanto sia importante il legame nonni-nipoti, un legame che resta vivo anche dopo la morte, perché fatto di esperienze vissute, ricordi, messaggi, insegnamenti di vita. Alla fine della rappresentazione dicevo a tutto il gruppo di bambini di pensare bene alla rete di fili colorati che ciascuno ha intorno a sé e di considerarla come una rete fondamentale che consente di stare bene, di crescere e orientarsi nella vita. Questa trama di relazioni sta ad ogni persona come la ragnatela sta al suo ragno: è vitale, è fonte di sostegno e nutrimento.
COME FARE PER NON SPEZZARE IL FILO
Sicuramente l’emergenza sanitaria ha modificato la trama, ma non è bene che spezzi alcun filo: questa continuità è auspicabile sia per i più piccoli quanto per i nonni stessi. Con le precauzioni del caso, continuiamo a incrociare lo sguardo sapiente dei nostri nonni, a stringere le loro mani vissute, ad ascoltare la voce carica di bene per i loro bambini e ragazzi. Se oggi non c’è spensieratezza nell’avvicinare i nonni, piuttosto prudenza e creatività nel dirsi il bene che ci si vuole, il legame è custodito.
Colgo l’occasione per ringraziare un’Associazione amica, quella dei Nonni 2.0, e per farla conoscere ai lettori perché la presenza dei nonni non solo è importante in famiglia, ma nella società tutta. Visitando il loro sito www.nonniduepuntozero.eu possiamo scoprire quanto prezioso sia il loro ruolo e innumerevoli i contributi su più fronti. Cito alcune frasi del loro manifesto, perché sono di forza e speranza straordinarie anche nel contesto attuale: “Nel mondo in cui viviamo i nonni, custodi della memoria, sono più che mai chiamati a essere attivi testimoni delle virtù e delle esperienze che, alla prova del tempo e della vita si sono dimostrate utili e valide per affrontare le sfide personali e sociali del tempo presente”.
Daniela Frizzele, pedagogista di Fondazione Guzzetti
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.